Arte Verticale in Valle d’Aosta

Perché, in una regione che si sviluppa sulle Alpi, anche l’Arte si adegua.

Per l’Anno 2020 e 2021 mi sono – ci siamo, in due – dedicata all’Italia nell’attesa di poter tornare a viaggiare oltre i confini nazionali: non è stato ovviamente un gran peccato, anzi, mi sono goduta spettacoli difficilmente reperibili altrove.

Il nostro Bel paese rispecchia fin nei minimi dettagli i suoi abitanti, così variegati e ingegnosi, così testardi, caparbi, tenaci e innamorati di questo luogo che è pieno di difetti ma anche traboccante grande bellezza.

Dunque nel viaggio di queste ferie settembrine mi sono spostata in Valle d’Aosta insieme a mia moglie, nonostante avessimo entrambe una spiccata preferenza per il Trentino che, bisogna dirlo, si sta dotando da anni di campagne di marketing azzeccatissime.
Ma la Valle d’Aosta, un po’ burbera ma dalla storia affascinantissima, con i suoi resti romani sparsi dappertutto e le invasioni, cessioni, campagne di decine di altri popoli, mi ha conquistata specialmente in due occasioni: durante la visita del fiabesco castello della Regina Margherita di Savoia nella Valle di Grassonney e lo stratificato Forte di Bard.

Forte di Bard (AO)
Forte di Bard (AO)

Il Castello della Regina Margherita di Savoia è una costruzione in stile gotico estremamente affascinante ed i dettagli sulla sua costruzione (dettagli architettonici e storici) sono reperibili ovunque in rete [anche qui ad esempio]: le visite sono organizzate a gruppi ed ogni gruppo segue una guida che permette di camminare sugli stessi pavimenti che sono stati calpestati da innumerevoli figure di spicco di fine ottocento ed inizi del novecento.

Ciò che colpisce maggiormente oltre le decorazioni, e lo stato di conservazione che supera la perfezione, è la qualità dell’innovazione tecnica già allora messa in uso per automatizzare e semplificare operazioni che oggi ci sembrano scontate: dalla chiamata della servitù tramite campanelli molto particolari all’accensione della luce e quindi un uso degli impianti elettrici all’avanguardia.

D’altronde la Regina Margherita, era una donna dal carattere interessante, adorava le automobili, tanto da avere un parco macchine notevole e aver imposto che uno degli ingressi del Castello fosse “a livello auto”, cioè rialzato in gradini per permetterle di scendere dal mezzo e infilarsi direttamente in casa senza sprecarsi troppo. Sua Maestà, tres chìc.

Non amava solo il rombo dei motori ma bensì anche le scalate del suo amato Cervino, dove si circondava di servitù e dei suoi amati cagnolini. Ovviamente sempre vestita di tutto punto.

Gironzolando per il castello si passa dal gustarsi lo scalone in legno curvato a mano al sorprendersi di quanto fosse piccolo il letto della Regina, ma una nota speciale bisogna proprio dedicarla alla saletta dove sono stati raccolti i bozzetti di progettazione della struttura e delle cupole, ricordo di una maestria che dovrebbe farci riflettere sull’uso dei mezzi che abbiamo oggi rispetto a quelli che avevano più di un secolo fa.

Non è solamente la parte interna a contenere giochi di luce e segreti regali, ma la parte esterna si presenta imperlata di un bellissimo giardino botanico alpino – puramente estetico – dove si può tentare la caccia all’unica specie di rose ibridate appositamente in onore di sua Maestà.

Il Forte di Bard e quel vizietto della Televisione

Il forte di Bard è stato battezzato in una giornata del tutto diversa, una giornata soleggiata e tiepida dove gustare vino locale e polenta concia alla Casa Ciuca (consigliatissimo) e con una certa “allegria” ci si avvia agli ascensori in vetro del Forte, questo complesso imponente dei primi dell’ottocento scelto nel 2014 dal regista Joss Whedon per girare alcune scene di The Avengers: Age of Ultron.

Tutta la storia del forte è reperibile nel documentatissimo sito a lui dedicato ( qui ) ma vorrei comunque copia-incollare questo estratto:

Il forte in cifre:
– 14.467 metri quadrati di superficie
– 3.600 metri quadrati di aree espositive
– 2.036 metri quadrati di cortili interni
– 9.000 metri quadrati di tetto
– 283 locali, 385 porte, 296 feritoie, 806 gradini
– Oltre 500 maestranze coinvolte
– 153.737 metri cubi di terreno rimosso
– 112.705 metri di cavi elettrici

Per l’occasione ci siamo imbattute in più di un percorso espositivo e abbiamo avuto la possibilità di scegliere: ci siamo perciò dedicate al Museo delle Alpi prima per seguire poi lo speciale “Il Monte Cervino: ricerca fotografica e scientifica“.
Su quest’ultima mi ci vorrei soffermare perché ho potuto personalmente acquisire una panoramica insolita sul Cervino, monte amato da tanti e da me anzi odiato perché le mie fobie non mi hanno permesso (proprio nei primi giorni di ferie) di godermi gli infiniti percorsi naturalistici in quota.

La descrizione ufficiale sulla pagina del Forte riporta: “Il progetto L’Adieu des glaciers: ricerca fotografica e scientifica propone un viaggio iconografico e scientifico tra i ghiacciai dei principali Quattromila della Valle d’Aosta per raccontare la storia delle loro trasformazioni” ed anche “La forza iconica del Cervino ha ispirato moda, arte, pubblicità e segnato la storia dell’alpinismo. In parallelo alla mostra, un suggestivo allestimento all’interno del Museo delle Alpi del Forte di Bard, esplora questa dimensione attraverso le opere dell’artista Alessandro Busci, le creazioni di Emilio Pucci, le imprese alpinistiche di Hervé Barmasse e le immagini di uno dei personaggi che ha fatto la storia della tv italiana: Mike Bongiorno.”

In pratica sono state mostrate consistenti prove fotografiche e fisiche delle Alpi e di come l’essere umano si è approcciato a loro nel corso del tempo, il modificarsi dei ghiacciai a causa del riscaldamento globale, i punti e la formazione del permafrost, l’attrattiva incontenibile di determinate località che le hanno rese iconiche e che hanno lanciato delle mode che non sarebbero mai più svanite nel tempo.

Qui ho potuto comprovare come Mike Bongiorno mi stesse già antipatico da vivo e non mi sarei potuta ricredere dopo il suo trapasso, alimentando la mia invidia verso la sua capacità di sopportare persino la scalata di oltre 4000 metri pur di girare uno spot per una nota marca di grappe.
Lassù, sospeso nel vuoto, a gambe per aria, calato e poi ripescato da un elicottero.

Ho amato vedere in terra i resti di scalette in corda vecchie decenni, slittini di legno ancor più antichi, fotografie con macchie di sviluppo ma con vedute bellissime su quei monti che io non posso proprio attraversare.

Salendo poi s’incontra un altro percorso altrettanto affascinante dedicato ad uno dei miei stilisti preferiti: Emilio Pucci.

Pucci, per me, nato Napoletano e morto Fiorentino, è la rappresentazione di un’eleganza in totale armonia con i colori, che se ne frega delle regole dei trend passeggeri ed approfitta delle sue sartoriali pulite per eccedere – ma con riguardosa moderazione – sull’uso del colore.
Il Marchese con una vita intensa, una vita militare, una vita da viaggiatore, è stato anche un inguaribile sciatore tanto da essere diventato maestro di Sci a Sestriere ed aver disegnato innumerevoli tute da Sci.

Come si vede dalla galleria si inciampa in tante cose diverse, artisti differenti, ognuno con qualcosa da raccontare: non ci sono forzature o storture nel mettere insieme così tante sfaccettature dell’Arte, in qualche modo i percorsi risultano organici, piacevoli e riempiono con grazia il tempo che il visitatore impiega per godere di tutta la struttura.
Anche le altre aree del forte meritano attenzione, come le famigerate prigioni, per questo consiglierei di tornarci più di una volta avendo diversi giorni a disposizione.

Il sito del forte di Bard, con tutte le informazioni utili, è questo.
Il sito del Castello di Savoia, con tutte le informazioni utili, è questo.

Menzione speciale di fine viaggio: chiunque passi per Aosta non può NON fermarsi alla Vache Folle. Cioè ci dovete andare. Imperativo.
La Vache Folle è una delle osterie più belle e tipiche mai viste, cibo assolutamente all’altezza della sua fama e grande conoscenza di vini e liquori intra ed extra territoriali.
Miraccomando, non dimenticatevi di chiedere il loro specialissimo fine pasto!

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