In questo periodo mi accingo a trasferirmi di nuovo anche se con tempistiche meno convulse degli ultimi 3 spostamenti; perciò, sapendo che vedrò Pisa ancora meno, non volevo farmi sfuggire questa perla del Palazzo Blu (che non delude davvero MAI).
Il percorso ha ribattuto la carriera lavorativa e umana dell’Artista ponendo diversi accenti, confluiti unanimemente sul bisogno profondo di ribilanciare le storture della società con i valori fondamentali della vita.
Mentre il grande pubblico tende a concepire Haring solamente come un graffitaro dai disegnini sempliciotti e colorati, qui si torna alle origini di una parte della street art raccontate proprio dalle sue installazioni estemporanee nella metro di NewYork, passando poi per gli innumerevoli lavori concettuali ed educativi promossi per ragazzi e bambini: “Luna Luna, a Poetic Extravaganza!”
“L’arte è vita. La vita è arte. L’importanza di entrambi è esagerata e fraintesa”
Keith Haring, Diari
Una brevissima descrizione della mostra si può trovare anche sul sito di Palazzo blu (la trovate qui) ma in sintesi possiamo definire che il percorso è stato articolato in 8 sezioni più argomentative che temporali (aldilà delle fasi del principio della carriera dell’Artista e del suo progetto pisano) dove si indagano soprattutto le motivazioni dietro ai messaggi delle opere anziché il metodo e lo stile inequivocabile di Haring.
Sotto la curatela di Kaoru Yanase sembra di camminare per le strade di una rivoluzionaria NewYork degli anni ’80 e ’90, accompagnati da un numero davvero notevole di serigrafie, litografie e stampe offset firmate P.d.A. a margine di ogni foglio.

Haring sembra aver scelto un simbolismo chiaro e immediato facendo danzare attorno ad esso una grande varietà di tecniche e supporti, applicandosi efficacemente anche nel campo della pubblicità (come il suo amico Warhol) e dell’illustrazione, prestandosi e impegnandosi anche in progetti audaci tanto di concetto quanto di spazio: qui è dedicato un angolo speciale alla realizzazione di Tuttomondo e la sua storia, parete firmata e amata da tantissimi Pisani.
Mi hanno colpito anche quelle che potrei definire le due anime di Haring: la più giocosa e istruttiva destinata alla fruizione dell’arte specialmente per le giovani masse, e quella malinconica di un uomo che si è sentito realizzato e felice (.cit) solamente nel compimento del proprio lavoro come se solamente questo metodo potesse portare la sua personalità pienamente allo scoperto.
I colori luminosi, il tratto netto, i vuoti e le compenetrazioni di figure sono firme dichiarate che sostengono poi le grandi battaglie di quei decenni colpiti da Aids, discriminazione e lotte sociali alle quali Haring partecipa con fervore.
Tutto sommato si può percepire questa mostra come una finestra soddisfacente sull’uomo inteso sia come Artista che Essere umano sensibile, coinvolto negli accadimenti sociali del suo periodo storico non troppo lontano.













Un ultimo appunto: diversi lavori esposti sono Untitled, cioè senza titolo. Questo dettaglio mi ha inverdito maggiormente la fantasia sulla concezione che avrebbe potuto avere Haring durante il suo lavoro: per persone poco prolifiche – come me – ogni lavoro ha un nome. Per persone estremamente produttive come lui probabilmente dare un nome ad ogni cosa sarebbe stato superfluo, uno spreco di tempo, tanto da preferire eventualmente il battesimo di gruppi interi di lavori facenti parte lo stesso flusso artistico.
E comunque non è necessario un nome per veicolare una emozione.
Potete trovare un articolo extra su “Tuttomondo” qui.
Dove: Palazzo BLU | Lungarno Gambacorti 9 – Pisa
Quando: 12 Novembre 2021 – 17 Aprile 2022
Orari: Lunedì-Venerdì 10.00 – 19.00 | Sabato-Domenica e festivi 10.00 – 20.00
Disposizione opere: 10
Illuminazione: 8 / Alcuni vetri su determinati pezzi sono stati davvero penalizzanti
Tematica: 10
Prezzo: Intero € 12 / Ridotto € 10 *** nel biglietto è inclusa l’audioguida
Tempo: 2h