Depero ed i Futuristi delle Marche

Quando vado a vedere qualcosa, qualsiasi cosa, trovo sempre almeno 3 tipi di visitatori: 1) lo studente attento, cioè l’adulto di età indefinita che si arma di audioguida e non si perde nemmeno una spiegazione, che guarda spesso le opere con aria quasi distratta perché la concentrazione confluisce tutta nell’ascolto, 2) il genitore che porta a spasso la famiglia e scambia gli spazi espositivi per piste da gioco, lasciando correre e saltare la prole che inevitabilmente porta chiasso anziché gioia, 3) l ‘insegnante mancato che già sa, che già ha visto, che se fosse stato più ricco (e con più talento, beninteso) avrebbe navigato anch’egli nei salotti contemporanei anzichè mischiarsi con gente che non distingue un macchiaiolo da un fauve, e che sbuffa se non ci sono abbastanza opere di rilievo, roba riconoscibile dai libri, ma schizzi e bozzetti ritenuti minori.

A Fano erano presenti in abbondanza tutti e tre, probabilmente perché questo gioiellino di curatela è stato gentilmente concesso al pubblico in forma gratuita ed in un palazzo storico godibilissimo quale è Palazzo Bracci Pagani: la Diana Art Gallery ha provveduto a portare all’attenzione dei marchigiani quello che molti marchigiani ignorano, cioè che oltre a campagne e mare si potrebbero vantare grandi talenti (ah già, anche oltre Leopardi).

Troviamo inizialmente un approfondimento su Depero tramite opere prestate da collezioni private, tra collage e disegni, chine e studi pubblicitari, espressioni multiformi della caratura di questo artista e designer, pubblicitario di razza, per poi collegarsi ai futuristi nostrani per nulla secondi ad altri ben più noti.

Il gruppo marchigiano, infatti, venne anche visitato dal Martinetti stesso ma il verbo venne primariamente diffuso dal Pannaggi: a Palazzo Bracci infatti lo troviamo con diverse opere assieme a Prampolini, Tana, Tulli e Peschi; il Gruppo Futurista (1932) vide fiorire anche la presenza anche di Federico Seneca, illustre fanese, studente dell’Accademia d’Arte di Urbino, che disegnerà poi “l’abbraccio dei baci perugina” per Luisa Spagnoli, ispirato da Hayez (per gli ignoranti come me parliamo di questo).

Silvio Cattani, Maurizio Scudiero e Cesare Licini hanno intessuto – in my humble opinion – una ricca trama di collegamenti tra il Maestro trentino ed i marchigiani in mostra: una parte del percorso è occupata da un video che ne spiega i dettagli e la cronistoria.

Qui la pagina del Palazzo Bracci Pagani che merita una lettura

Dove: Palazzo Bracci Pagani, Corso Giacomo Matteotti, Fano
Quando: 30 Giugno / 1 Ottobre 2023
Orari: dalle 21 alle 23 tutti i giorni, tranne il lunedì
Disposizione opere: 8 / niente di speciale
Illuminazione: 8
Tematica: 9
Prezzo: GRAGUITO
Tempo: 1h scarsa

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