Ho iniziato questo blog nel 2011, ad oggi posso affermare che sono passati ben 10 anni di insuccessi – più che di successi – da quando ho pubblicato per la prima volta su wordpress. La mia unica nota a margine è che, fino a quel momento, le mie uniche scritture confluivano nel mare disordinato ed emotivo di splinder – chiuso proprio dal 2011 – dal quale trassi una migrazione del blog fin qui.
Ho poi stampato quei 9 anni di Splinderitudine per tenermeli in libreria e ricordarmi come, da ragazzina, avessi dei problemi di disregolazione emotiva perimetralmente grandi quanto il quartiere bloggistico in cui cercavo disperatamente aiuto.
Tuttavia ho proseguito con diversi canali di scrittura: i più privati sono rimasti tradizionalmente a mano, ho agende piene e piene e piene di me stessa, mentre altri li ho sinceramente divisi per argomento e ho cercato di dare loro la stessa cura ossessiva che ho dato al mio lavoro: è così che è nato “in Visita“, perché le mie scorribande estetiche – e fiorentine – sentivo dovessero avere qualcosa da dire.
Perché scrivo questo post, ora, ed inquino questi 10 (+9, + chissà quanti altri) anni di piccoli spot fieristici? Cosa è cambiato nel mio modo di concepire la scrittura della mia vita?
- La risposta breve è: niente.
- La risposta lunga è: tutto, perché ho compreso meglio chi sono. E sono una persona farcita di problemi, come tante altre persone che scrivono nel mare del niente in cui navigano.
Non ripercorrerò tutte le tappe dei miei disordini mentali, ma dopo un breve ricovero in psichiatria con diagnosi di disturbo di personalità Borderline e Bipolarismo, posso comprendere meglio i motivi che spesso mi hanno spinta a sentire con così tanta forza i dipinti o le statue che ho osservato; le mie emozioni sono sempre state forti, contrastanti, brucianti e terribili.
Ora so perché e vorrei che questo non fosse solo una vergogna ma un modo per continuare a poterne scrivere – a covid concluso – sapendo di aver messo solo più sale nel piatto.
Lascerò qui, per sfizio, una serie di link che raccontano con estrema precisione – ed autenticità – ciò che una persona così può sentire e perché cerca di far passare agli altri lo stesso inferno; non lo fa con apposita cattiveria. Lo fa con amore. Un amore disperato e voluto.